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La vita con un gatto – consigli

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Chi vive con un gatto sa benissimo quanto variopinta e affascinante possa essere la vita vissuta accanto a loro. Qui troverai articoli sui gatti, curiosità, cure, consigli, alimentazione, e tanto altro su nostri piccoli amici ...

Le dee protettrici dei gatti: Artedimide, Bastet, Freya

  Il gatto è sempre stato considerato, trasversalmente in tutte le culture, l'animale sacro o magico per eccellenza. Questo sia per le proprie caratteristiche fisiche (il gatto è un'incredibile macchina neuro-muscolare con movenze di raffinata eleganza) e sia per gli aspetti caratteriologici. In diverse culture il gatto è sinonimo di libertà, autonomia, intelligenza, prosperità, salute, gioia, fortuna,  e con indubbi poteri taumaturgici. La gatta poi ha da sempre simboleggiato la donna, la femminilità, l'amore, la fertilità, la passionalità. Non dimentichiamo, poi, il parallelismo tra i luminosi occhi del gatto e il cielo di notte, la luna,  le luci delle stelle e il gioco delle costellazioni stellari. 

Proprio per queste svariate ragioni ai gatti sono state attribuite alcune dee (dee venerate nelle corrispondenti culture di appartenenza) al fine di proteggere e salvaguardare la salute e la prosperità al nostro magico animale. Qui di seguito elenchiamo le principali dee.

Artemide

Difatti anche se i greci non amavano il gatto, lo consideravano, per la sua natura scaltra e le sue doti da cacciatore astuto, uno dei figli della dea Artemide, dea della caccia.

Artemide
Secondo la leggenda la dea ha creato il gatto durante un cimento con suo fratello Apollo, dio del sole, che si divertiva a proporre alla sorella le prove più difficili. La dea amava moltissimo misurarsi con gli animali per affermare il suo coraggio e la sua forza, quindi non cedeva alle difficili prove propostele.
Un giorno, Apollo, con l'intento di spaventarla, dette la vita al leone, ma la dea non si spaventò e per tutta risposta creò il gatto, una piccola belva simile al re della foresta con sembianze aggraziate, che racchiudeva in se le stesse doti di intelligenza, coraggio e regale indifferenza.
Il dio del sole vedendo la parodia della sua creazione ridette mettendo così fine alla sfida fraterna.

Bastet

Bastet o Bast o pare anche Bastit è una delle più importanti e venerate divinità fra le antiche Religioni egizie (Religione egizia), raffigurata o con sembianze femminili e testa di gatta o semplicemente come una gatta.

Bastet
Agli esordi del suo culto era una divinità dai tratti solari simboleggiante il calore benefico del Sole, venerata per la sua potenza, la sua forza, la sua bellezza e la sua agilità.
Alle origini Bastet era una Dea del culto solare ma col tempo divenne sempre più di quello lunare. Quando l'influenza greca si estese sulla società egiziana, Bastet divenne definitivamente solo una Dea lunare, in quanto i Greci la identificarono con Artemide.
A partire dalla II Dinastia, Bastet venne raffigurata come un gatto selvatico del deserto oppure come una leonessa, tanto che era confusa od assimilata a sua sorella la dea Sekhmet. Venne rappresentata come un felino domestico solo intorno al 1000 a.C.
Da quando i Greci identificarono Bastet con Artemide, Bastet fu detta "madre del Dio dalla testa di leone Mihos" (anch'egli venerato a Bubasti, insieme a Thoth), e fu raffigurata comunemente o come donna con la testa di un gatta o come gatta vera e propria.
Gli antichi egizi chiamavano "miao" il gatto; addomesticarono quelli che vivevano ai bordi del delta del Nilo, originariamente per debellare i topi che infestavano i granai.
Ma poi, col passare del tempo, non ci fu casa o tempio od edificio che non registrasse la presenza di almeno un gatto, tenuto peraltro con ogni cura. Quando uno di questi felini moriva, si dice che il padrone usasse radersi le sopracciglia in segno di lutto per l'animale e di rispetto nei confronti della Dea.
Il culto di Bastet raggiunse una diffusione tale che il gatto in Egitto era protetto dalla legge. Era vietato fargli del male o trasferirli al di fuori dei confini del regno dei faraoni. Chi violava tali disposizioni era passibile di pena di morte.
Nonostante le leggi egizie proibissero l'esportazione dei gatti, ritenuti animali sacri, i navigatori fenici li contrabbandarono fuori del paese, facendone oggetto di commercio insieme ad altre merci preziose.
Furono poi i Romani a portarli per primi nelle isole britanniche.

Freya

Si racconta nella mitologia nordica che Freya, una dea bellissima, selvaggia, disinvolta e passionale trascorresse la maggior parte delle proprie giornate in compagnia di maestosi gatti bianchi dal mantello fitto, lungo e soffice. Freya, dea dell’amore e della fertilità la si vede spesso sul suo carro Betulla trainato da 2 gatti alati, e che le regalavano continue fusa come dono d'amore verso la padrona. Freya ha molte manifestazioni: è considerata la dea dell'amore, della seduzione, della fertilità, protettrice delle partorienti, della guerra e delle virtù profetiche.
Tra le sue numerose peculiarità, Freya annovera quella di esperta nelle arti magiche seiðr, con cui poteva realizzare divinazioni e incantesimi a distanza.

Freya
Possiede la collana Brísingamen, forgiata dai nani che gliela donarono a patto che giacesse con loro.
Il suo giorno sacro è il venerdì e ne rimane traccia nel termine inglese Friday e in quello tedesco Freitag.
Si racconta poi che i cuccioli di gatto venissero spesso regalati in nome di Freya alle giovani spose, vincolando così l’autorità della dea sia sui gatti che sulle storie d’amore.

Nell’antico simbolismo, Freya vola con il suo tiro di gatti attraverso il cielo e lungo le strade di cristallo di sette pianeti per recarsi in tutti i mondi dove regnano l’amore e la vita. Freya, per il bene di tutti gli esseri viventi, regola i raggi del sole e la pioggia determinando la fertilità della terra. Ancora oggi, nella credenza popolare mitteleuropea, i gatti vengono collegati ai fenomeni atmosferici. La dolce Freya, signora dei nove mondi, era la protettrice delle nozze e, per ingraziarsela, la novella sposa doveva nutrire il gatto di casa con cibi particolari per essere certa del bel tempo nelle ore di festa. Anche il dono di un gatto era molto apprezzato dagli sposi quale precursore di doni celesti. Nella nuova casa i novelli sposi dovevano preparare una ciotola di latte fresco e se il gatto correva subito a berlo, era segno che nella casa vi era già uno spirito buono.


Font: Wikipedia



Aggiunto: 14-02-2017
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Commenti

  • Bellissimo articolo. Grazie

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Poiché ognuno di noi ha il dono di una sola vita, perchè non decidere di passarla con un gatto ?
- Robert Starns

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