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Gatti e spie
Ricordate la pellicola prodotta nel 1965 dalla Disney Operazione Gatto?
Un siamese chiamato G.G. era il protagonista del film giallo che portava alla cattura dei malviventi che avevano sequestrato la cassiera. Nel nuovo secolo ancora gatti e spie.
Il fondatore di Wikileaks, Julian Assange, vive dal 2012 all’ambasciata dell’Ecuador a Londra, dove ha ottenuto asilo per evitare gli arresti da parte delle autorità svedesi. Le accuse sono per abusi sessuali ma hanno anche – come in ogni plot che si rispetti, la trama si infittisce – una singolare coincidenza con l’uscita di documenti diplomatici americani compromettenti, da parte del sito. Lasciando che la giustizia faccia il suo corso, ecco che spunta la realtà a sbaragliare l’ordinario. Il giornalista riceve una lettera dell’ambasciata per ricordargli le norme vigenti: limitazioni nelle comunicazioni e nelle visite; obblighi igienico sanitari da mettere in atto.
Ecco il passaggio che riporta i gatti in cronaca:
“Allo scopo di garantire l’igiene delle installazioni dell’ambasciata, il signor Julian Assange e i suoi visitatori manterranno la pulizia del bagno e degli altri spazi che utilizzano dentro l’ambasciata. Per le stesse ragioni, il signor Julian Assange si incaricherà del benessere, dell’alimentazione, della pulizia e della cura adeguati al suo animale domestico. Se non verrà prestata la dovuta attenzione all’animale domestico, il capo della missione chiederà al signor Assange di consegnare l’animale o a un’altra persona o a un rifugio per animali fuori dalla missione diplomatica.”
Secondo la Bbc le condizioni del gatto, avuto in dono dai figli, non sarebbero buone: denutrito, trascurato e con la lettiera in pessime condizioni di pulizia.
James, il nome del gatto, non ha rilasciato alcun commento ma ha fatto una rapida apparizione alla finestra dell’ambasciata con un’eleganza molto british, sfoggiando una cravatta a righe. Ma non fatevi ingannare dalle apparenze. In realtà James ha una vita parallela molto attiva sui vari social dove col suo nickname, Embassy cat, twitta e manda fotografie. Chi spia chi?! Una cosa sola è certa: non chiamatelo animale domestico…è così poco adatto per i gatti.
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