I gatti più belli del mondo - Esposizione Felina ENFI Padova 24-25 febbraio 2024

Gatti di casa

16 febbraio – 7 aprile 2014 Miao si gira Mostra Gatti protagonisti del cinema Milano

Per festeggiare la ricorrenza Fermo Immagine – Museo del Manifesto Cinematografico, in collaborazione con Urban Pet, allestisce una mostra originale dedicata a tutti i catofili cinefili:

MIAO, SI GIRA!

 

 

 

 

 

 

 

 



MIAO, si gira!


da Colazione da Tiffany a Gli Aristogatti


16 febbraio – 7 aprile 2014


FERMO IMMAGINE

 

 Fermo Immagine


Museo del Manifesto Cinematografico di Milano


Via Gluck 45


Milano

 

 

 


Ingressi:

5 euro (intero) - 3 euro (ridotto)

Dal martedì alla domenica: 14.00-19.00 – Lunedì chiuso


Info: 02/36505761

www.museofermoimmagine.it


Per festeggiare la ricorrenza Fermo Immagine – Museo del Manifesto Cinematografico, in collaborazione con Urban Pet www.urbanpetitalia.com, allestisce una mostra originale dedicata a tutti i catofili cinefili: MIAO, SI GIRA! 100 manifesti, tra fotobuste, foto di scena, soggettoni e locandine di film in cui il gatto compare come fuggevole comparsa, orgoglioso protagonista oppure come “aggattivante” metafora… Dal micione rosso senza nome che compare in “Colazione da Tiffany” agli scatenati “Aristogatti”, dal gatto detective di “FBI Operazione Gatto” all’avventuroso “Gatto con gli Stivali”, dalla sensuale Catwoman al Siamese misterioso di “Una strega in paradiso” fino al nostrano gatto condominiale che “cuce” le divertenti storie ne “Il Gatto” diretto da Luigi Comencini e ai gatti horror di Stephen King, ecco un percorso espositivo che non mancherà di riservare tante sorprese! Per tutta la durata della mostra saranno organizzati incontri e rassegne cinematografiche a tema. La mostra è organizzata in collaborazione con Radio Bau (www.radiobau.it) e Youpet tv (www.youpet.it) a sostegno dell’Associazione Mondo Gatto e si avvale del patrocinio di FNOVI (Federazione Nazionale Ordini Veterinai Italiani) e ANMVI (Associazione Nazionale Medici Veterinari Italiani).


La Mostra


Al contrario del cane, si sa, il gatto non è un animale facile da addomesticare. Per un regista girare un film con un gatto protagonista può infatti rivelarsi un’impresa davvero difficile, eppure qualcuno ci ha provato ottenendo risultati degni di nota! Ecco allora rari manifesti di pellicole indimenticabili come FBI Operazione Gatto (1965) o Il gatto venuto dallo spazio (1977), entrambi firmati Disney e con protagonisti rispettivamente un Siamese assoldato dall’FBI per risolvere un difficile caso e un Abissino extraterreste che comunica con gli uomini tramite un collare elettronico. Più moderni, ma amatissimi dai ragazzi di tutto il mondo, sono i due cattivi Persiani bianchi coprotagonisti di due film di successo come Stuart Little - Un topolino in gamba (1999) e Come cani e gatti (2001), ambedue girati con gatti veri “animati” con l’aiuto del computer.

I manifesti di due capolavori ci svelano anche che i gatti sono stati anche abili narratori in grado di cucire con la loro discreta presenza storie diverse, come accade nell’inquietante L’occhio del gatto (1985, tratto da un romanzo di Stephen King) e nella commedia italiana Il gatto (1977, di Luigi Comencini con due strepitosi Ugo Tognazzi e Mariangela Melato). Non è propriamente una gatta ma poco ci manca, la sexy protagonista che campeggia sul manifesto del film Catwoman (2004), dove Halle Berry interpreta la parte dell’acerrima nemica-amica di Batman che torna in vita grazie ai poteri di un gatto. Gatti horror ce ne sono molti e a loro viene dedicata una piccola sezione a parte in cui non mancano gli inquietanti ma graficamente bellissimi manifesti di film come I delitti del gatto nero (1990), La tomba di Ligeia (1964), Black Cat - Gatto nero di Lucio Fulci (1981), Artigli di Denis Heroux (1977), Il gatto a nove code di Dario Argento (1971) … tutti capolavori di suspense in cui il gatto, pur non comparendo sempre, si è guadagnato la grafica del manifesto da vero protagonista. Non poteva infine mancare il nuovissimo A proposito di Davis (2014), firmato dai fratelli Coen, in uscita proprio in questi giorni nelle sale: è la storia tormentata di un musicista in conflitto con il successo e il mondo che si trova solo con un gatto senza nome (sapremo solo alla fine che si chiama Ulisse, ma resta un raffinato omaggio al gatto rosso di Colazione da Tiffany, film uscito nelle sale in quello stesso 1961 in cui è ambientato il film).

 

Grande spazio sarà dedicato ai cartoni animati: dai mitici Aristogatti (1970) della Disney, di cui verranno esposte diverse edizioni del manifesto originale e una grande selezione di fotobuste, ai classici lungometraggi della Warner con protagonisti gatti famosissimi come Silvestro e Tom, con titoli divertenti come Il topo è mio e lo mangio quando mi pare e Silvestro Gatto Maldestro. Non mancheranno ovviamente gatti “animati” in digitale di ultima generazione come il fortunato Garfield il Film (2004), protagonista di ben due pellicole, e il popolarissimo Il Gatto con gli Stivali (2011) che dal successo della saga di Shrek si è guadagnato una pellicola tutta sua di cui sono esposti manifesti e fotobuste. Molte le curiosità, a partire da rare fotobuste del bellissimo film giapponese d’animazione Il Gatto con gli Stivali (1969) tra i cui animatori compare il grande Hayao Miyazaki (1969). Spazio anche all’animazione italiana con manifesti, fotobuste e preziosissimi rodovetri originali di Allegro non troppo (1976) di Bruno Bozzetto (episodio col micio grigio sulle note del Valzer Triste di Sibelius con esposti in mostra preziosi rodovetri originali prestati da Bruno Bozzetto) e di La Gabbianella e il Gatto (1998) di Vincenzo d’Alò tratto dalla celebre novella di Luis Sepulveda (in mostra anche preziosi disegni originali gentilmente messi a disposizione da Lanterna Magica). Una chicca per appassionati: il manifesto del musical a cartoni animati Musetta alla conquista di Parigi (1961) con la gatta protagonista doppiata nientemeno che da Judi Garland! Non mancano manifesti e locandine con altri mici che han fatto la storia dell’animazione: dallo spelacchiato Sergente Tibs de La Carica dei 101 (1961) alla coraggiosa Mittens di Bolt – Un eroe a quattro zampe (2008), da Oliver di Oliver&Company (1988) all’antipaticissimo Lucifero che fa i dispetti a Cenerentola (1950), fino ai due bisbetici Si&Am che rendono la vita impossibile alla povera cagnetta protagonista di Lilli e il Vagabondo (1955). Spazio anche a un simpaticone come lo Stregatto, che compare (e scompare) in ben due capolavori, in animazione tradizionale in Alice nel Paese delle Meraviglie (1951) e in digitale in Alice in Wonderland di Tim Burton (2010). C’è perfino un gatto contestatore e porcellone come Fritz, protagonista sconcio e sboccato di quel film a cartoni animati, Fritz il Gatto (1972), che negli anni Settanta venne censurato per via della graffiante (è il caso di dirlo) satira politico-sociale. Non sempre il gatto è protagonista assoluto di film, ma quando compare ruba la scena! Lo dimostra il clamoroso successo di mici che in alcuni film compaio fuggevolmente restando però impressi nella memoria del pubblico, come testimonia il gatto senza nome che viene coccolato sotto la pioggia da Audrey Hepburn in Colazione da Tiffany (1961), guadagnandosi perfino l’onore del manifesto accoccolato sulla spalla dell’attrice! E che dire dell’antipaticissimo Sfigatto di Ti presento i miei (2000), che è finito per diventare una vera e propria star con tanto di pagine face book dedicate. In ambito spy story non si può pensare a un cattivo senza gatto da accarezzare da quando in Agente 007 - Al servizio segreto di Sua Maestà (1969) Telly Savallas interpretò il perfido Blofeld, un folle che ordisce piani di distruzione e dà la caccia all’agente segreto più famoso del mondo accarezzando un morbido gattone bianco (un persiano di nome Solomon). E chi non ricorda che in fondo, alla fin fine, è proprio un gatto ad aiutare Sigourney Weaver a mettere fuori uso il terribile mostro alieno in Alien (1979), capolavoro di Ridley Scott? Si torna ai classici senza tempo con Una strega in paradiso (1958), dove troviamo il micio Pyewacket (in italiano Cagliostro) a fianco della bellissima Kim Novak.

 

Da sempre, come testimoniano i molti detti popolari sui gatti, questi animali enigmatici finiscono per diventare metafora di comportamenti ambigui, di movenze seducenti e atteggiamenti opportunisti. Ciò vale anche per il cinema, che per i suoi titoli è spesso ricorso al gatto come metafora per riassumere i tratti più caratteristici delle sue storie e dei suoi protagonisti. Esempi? Uno per tutti La gatta sul tetto che scotta (1958), metafora efficacissima che Tennessee Williams usa per descrivere la condizione precaria (come una gatta su un tetto rovente costretta a buttarsi nel vuoto per non scottarsi le zampe) di una donna messa in disparte dalla famiglia del marito per non averlo reso padre. E ancora film in cui il gatto compare solo nel titolo come La gatta (1958) di Henri Decoin o Il gatto a nove code del maestro del brivido italiano Dario Argento (1971). Oppure gatti che non ci sono né nel titolo né nel film ma che hanno stuzzicato l’immaginazione dei cartellonisti, come avvenne nel caso di Caccia al ladro (1955) di Hitchcock, sul cui manifesto italiano comparve un gatto nero simboleggiante l’arte furtiva del protagonista. Ogni manifesto è accompagnato da una didascalia che spiega il ruolo del gatto nel film svelando piccole e grandi curiosità e aneddoti accaduti sul set. Ai gatti più importanti, alcuni dei quali vincitori di numerosi premi e presenti sui set di più film, come nel caso di Orangey di Colazione da Tiffany, sarà dedicato un piccolo approfondimento personale.

 

Una sezione molto particolare della mostra, a cura di Davide Cavalieri, anima di Radio Bau, è dedicata ai gatti che sono stati protagonisti della musica: parlando di gatti e cinema non si poteva, infatti, dimenticare la loro presenza nei videoclip. Ecco allora in mostra una selezione dei videoclip musicali con preziose comparsate miciose e un singolare raccolta di copertine di LP a loro dedicati.


Grazie a una serie di pratici QR Code ogni locandina sarà virtualmente messa in collegamento con il trailer del suo film: con un semplice clic di telefonino sul QR Code abbinato ogni visitatore potrà infatti vedere in diretta, collegando il proprio telefono alla rete wi-fi gratuita del museo, trailer, documenti e piccoli spezzoni del film desiderato.

 

 

Miao si gira locandina

 


E inoltre..


Gatti di Carta
La mostra trae spunto dal volume MIAO, SI GIRA! un saggio-catalogo (edito da Book Time), ricco di aneddoti e curiosità, firmato da Giuseppe Colangelo che racconta come con “passo felpato e ostinazione i gatti si sono fatti largo tra divi e starlet, aggiudicandosi premi e conquistando le platee di tutto il mondo grazie alla loro contagiosa simpatia e quel pizzico di mistero che da sempre li contraddistingue”. Il libro, sorta di catalogo della mostra, sarà acquistabile presso il bookshop del museo. Ma non è finita: in occasione della mostra il Museo Fermo Immagine pubblica, sia in versione cartacea che digitale, il suo primo libro: IL PICCOLO GRANDE LIBRO DELLE STORIE DEI GATTI, una raccolta dei racconti ormai classici, da “Costantino Fortunato”, prima versione della storia conosciuta come “Il Gatto con gli Stivali” narrata da Francesco Straparola nel 1553, a “Il Gatto del Vicario” di Emma Perodi, che hanno reso mitica la “furbizia “ del gatto. Accanto a racconti, fiabe e favole ormai classiche non mancano momenti grande poesia come “Il Gatto che se ne andava solo” di Rudyard Kipling. IL PICCOLO GRANDE LIBRO DELLE STORIE DEI GATTI non è solo bello, ma è anche buono: parte del ricavato della vendita sarà devoluto a Mondo Gatto.


IL PREMIO URBANCAT “SUL GATTO”
In concomitanza con la mostra MIAO, SI GIRA! Urbancat indice il premio dedicato alla migliore opera “sul gatto”. Il premio, intitolato a Giovanni Rajberti, medico e scrittore milanese (Milano, 18 aprile 1805 – Monza, 11 dicembre 1861), autore nel 1845 del felinesco “Sul gatto, cenni fisiologici e morali”, sarà assegnato da una giuria di amanti e conoscitori dei mici all'opera, letteraria o fumettisica, che meglio contribuisce, nello spirito del volume di Rajberti, alla conoscenza del gatto.

 

MIAO SI GIRA e ANMVI … dalla parte dei gatti

“ANMVI ( Associazione Nazionale Medici Veterinari Italiani) patrocina la mostra “Miao Si gira!” che testimonia il profondo legame che da sempre lega l’umanità al gatto, nella realtà come nelle arti visive. Questa mostra è l’occasione per sensibilizzare al possesso responsabile di un protagonista dell’affettività familiare. ANMVI lo fa incoraggiando i proprietari a far identificare con il microchip i loro gatti, rivolgendosi ad un veterinario che aderisce all’Anagrafe Nazionale Felina www.anagrafenazionalefelina.it L’identificazione e la registrazione in questo data base on line, rinsaldano il legame con il proprietario e offrono garanzie di rintracciabilità per tutti i soggetti registrati. Una tutela in più per gatti da non perdere”.

Come arrivare:

 


 


 

 

18-02-2014 Taddeo

Aggiungi commento

Pubblicità


Tigri Domestiche Shop Gioielli
Se volete scrivere, tenete con voi dei gatti.
- Leonard Huxley

Navigazione

La nostra comunità